Egregio Signor Sindaco, Giunta, Consiglieri e Cittadini,
potremmo
tranquillamente rileggere la nostra dichiarazione di voto al bilancio di
previsione 2015 e non cambieremmo una virgola di quanto allora espresso: tasse
e tributi non sono diminuiti e i cittadini continuano a pagare per servizi e
investimenti che non vedono realizzati.
Ci chiediamo dove
siano le opere pianificate con gli oneri di urbanizzazione e con l’alienazione
di beni: le spese per la viabilità hanno realizzato asfaltature a metà, di
marciapiedi neanche l’ombra, i parchi giochi per quanto migliorati hanno visto qualche
pecca nell’ultimazione dei lavori. La manutenzione degli alloggi comunali, che
era la spesa più consistente, ha subito una battuta d’arresto nonostante
l’introito della corrispondente voce in entrata. L’apertura del Polo Culturale
continua a rimbalzare da un esercizio finanziario all’altro, così come l’archivio
comunale. Le due gare d’appalto riguardanti l’illuminazione pubblica sono
andate deserte: al riguardo ci avevate riferito di un project financing di cui
non abbiamo saputo più nulla.
Comprendiamo che
amministrare i Comuni sia diventato un compito gravoso, in un quadro politico
di scarsa autonomia decisionale che limita la capacità d’azione, ma proprio
perché il rendiconto ha la funzione di permettere il controllo sull’operato
della Giunta e sulla capacità di mantenere gli impegni assunti in sede di previsione,
ci rammarica vedere quanto questi non siano in gran parte stati rispettati. A
fronte di questa inadeguatezza nel completare quanto preventivato per anni avete
incolpato il patto di stabilità, che da quest’anno uscirà dal vocabolario degli
enti comunali e ora, invece, individuate l’artefice della vostra sventura nei
ritardi della Centrale Unica di Committenza della Provincia, sulla quale avete
espresso all’unanimità voto favorevole.
In questo quadro
di incertezza a noi pare che manchi quello sano spirito di intraprendenza nel
cercare soluzioni non sempre a portata di mano. E’ evidente e non
sottovalutiamo le difficoltà pratiche ed economiche cui sono sottoposti i
nostri Comuni, ma non abdichiamo al nostro ruolo di sollecitazione propositiva
affinché, con un maggior coinvolgimento della minoranza, si riescano sempre e
comunque a realizzare opere e ad offrire servizi migliori agli albiatesi.
Convocare la commissione
a bilancio già depositato non è una buona prassi; deliberare su questioni di interesse
collettivo convocando le varie commissioni a fasi alterne o l’aver riunito i capigruppo
una sola volta in due anni, sono sintomi di una mancanza di collaborazione con
chi rappresenta l’altra metà del paese. Non basta dire che bisogna essere uniti
in questi momenti di difficoltà; ai discorsi bisogna far seguire fatti
concreti.
Una nota sulla
Relazione allegata al bilancio: “Al
rendiconto è allegata una relazione illustrativa della Giunta che esprime le
valutazioni di efficacia dell’azione condotta sulla base dei risultati
conseguiti in rapporto ai programmi ed ai costi sostenuti.” (art. 151,
comma 6, D.Lgs. 267/2000)
Ci spiace ancora
una volta sottolineare di quanto anche questo strumento utile al cittadino
nella lettura del bilancio, al pari del Documento Unico di Programmazione, sia
di fatto sminuito e si riduca ad un’analisi contabile piuttosto che a un
documento in cui si faccia comprendere quali scelte siano state compiute
all’interno delle risorse effettivamente disponibili. Per esempio sarebbe stato
utile trovare traccia delle motivazioni che sottendono alcune cifre a consuntivo:
necessità o scelta?
Pur approvando il
risultato positivo di gestione, per quanto sopra esposto dichiariamo voto contrario
al rendiconto 2015.
Per i consiglieri
“Uniti per Albiate”
Maria Angela
Longoni
Albiate, 17 Maggio 2016
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